Cos’è la terapia fotodinamica oculare
La terapia fotodinamica oculare è un intervento di microchirurgia oculare che si caratterizza per una bassissima invasività e per una spiccata atossicità. E’ relativamente recente, essendo stata introdotta negli anni novanta ed essendo andata incontro a una diffusione solo negli ultimi anni.
Consiste in una neutralizzazione dei vasi sanguigni anomali e anormali, nonché in eccesso, creatisi nella macula, ovvero la parte centrale e più importante della retina.
La terapia fotodinamica oculare non è un intervento risolutivo. Non è questo il suo scopo. Essa ha la semplice funzione di rallentare la patologia, di interromperne - in varia misura - il decorso. D’altronde, le patologie interessate da questo intervento sono di natura degenerativa, e quindi di difficile risoluzione.
Terapia fotodinamica oculare: quando è indicata?
Non esiste una lista precisa e ufficiale di patologie che possono essere trattate dalla fotodinamica oculare. In linea generale, però, si può affermare che tale intervento è indicato in tutte quelle situazioni caratterizzate da una neovascolarizzazione della retina, e in particolare della macula.
Per inciso, con il termine “neovascolarizzazione” si intende la proliferazione di vasi sanguigni. Esso è un fenomeno molto pericoloso, in quanto causa sanguinamenti e produzione abnorme di siero, la quale a sua volta inficia la funzione della retina, provocando significative difficoltà visive.
Ad ogni modo, le patologie genericamente trattate dalla terapia fotodinamica oculare sono tutte quelle che, a vario titolo, interessano la macula della retina. Ovvero:
- Degenerazione maculare senile. Caratterizzata da neovascolarizzazione e dalla comparsa di lesioni, è legata a fattori familiari e si manifesta con riduzione della visione centrale, difficoltà a percepire le linee dritte e distorsione delle immagini.
- Degenerazione maculare miopica. Causata da una forte miopia, e dalla conseguente deformazione del bulbo oculare, si manifesta con la comparsa di lesioni alla retina e, genericamente, con un peggioramento della vista non giustificata dalla mera mancanza di diottrie.
- Maculopatia generica. Ovvero tutte le patologie che colpiscono la macula della retina e che, in linea di massima, causano il peggioramento della visione centrale.
Anche qualora siano presenti queste patologie, non è detto che la terapia fotodinamica possa avere luogo. La sua efficacia, infatti, è vincolata allo stato della malattia. Se è un stato poco avanzato, o addirittura primordiale, l’intervento può essere utile. Il motivo di ciò è intuibile: se la vascolarizzazione è consolidata, i vasi sanguigni sono poco attaccabili, se non con un trattamento ben più invasivo rispetto a quello determinato dalla terapia fotodinamica. Per lo stesso motivo, non è indicato se le lesioni causate dai nuovi vasi sanguigni sono troppo ampie.
Terapia fotodinamica oculare: come funziona
La terapia fotodinamica si svolge in tre tappe.
Iniezione endovenosa, al braccio o alla mano, di verteporfina. Essa, dopo una decina di minuti, si lega con la porzione di parete soggetta a neovascolarizzazione.
Applicazione di un laser a bassa intensità, il cui scopo è, da un lato, illuminare la macula soggetta a neovascolarizzazione e, dall’altro, di attivare la verteporfina.
Reazione chimica a breve termine che determina una chiusura dei vasi sanguigni anomali.
Dal punto di vista del paziente, il trattamento non causa alcun fastidio. D’altronde, si tratta semplicemente di una iniezione e dell’applicazione di un debole fascio laser.
Terapia fotodinamica oculare: benefici e risultati
Grazie alla terapia fotodinamica oculare, i vasi sanguigni in eccesso e dimorfi vengono neutralizzati (attraverso il meccanismo della chiusura). Tutto ciò avviene entro le 24 ore dall’applicazione del laser, previo assorbimento della verteporfina, che è poi la sostanza che di fatto innesca il processo di chiusura vascolare
In realtà, come già anticipato, la terapia fotodinamica oculare non è un intervento risolutivo. Dopo un paio di mesi, infatti, i vasi in eccesso tendono a riaprirsi e a generare nuovamente i sintomi. Dunque, il trattamento va ripetuto a interventi regolari.
Ad ogni modo, se il trattamento viene eseguito con costanza, si ha una palliazione dei sintomi a lungo termine. Insomma, non si agisce sulla patologia bensì sui sintomi. Il risultato è un aumento drastico della qualità della vita.
Terapia fotodinamica oculare: rischi e complicanze
Una volta eseguito l’intervento, il paziente non dovrebbe esporre la vista a luci alogene o particolarmente potenti per almeno ventiquattro ore. Il farmaco, infatti, tende a interagire con la luce intensa. Alcuni pazienti, poi, manifestano vari problemi alla vista, i quali vanno incontro a remissione spontanea entro un paio di giorni.
A parte ciò, non si segnalano complicanze di sorta, anche perché il laser è abbastanza potente da cauterizzare, pur temporaneamente, i vasi sanguigni in eccesso, ma abbastanza debole da lasciare intatta la porzione sana della macula.
Terapia fotodinamica oculare: quali i prezzi
I prezzi della terapia fotodinamica oculare sono abbastanza variabili, per quanto contenuti. Si parla, nella peggiore delle ipotesi, di un paio di centinaia di euro.
- Terapia fotodinamica oculare: da 100,00 € a 250,00 € a trattamento.
Terapia fotodinamica oculare: come scegliere l’oculista
Se avete l’intenzione di rinunciare al Sistema Sanitario Nazionale, e quindi intendete fare riferimento a una clinica privata, dovete fare attenzione alla scelta della clinica stessa, e quindi dell’oculista. L’ideale sarebbe l’individuazione di una soluzione che da un lato esprime un elevato livello di qualità e dall’altro che si caratterizzi per una certa convenienza. Il consiglio è di sostenere più consulti e chiedere più preventivi, e infine procedere a un’analisi comparativa.
Un altro consiglio è il seguente: rinunciate al turismo medico. E’ vero (per esempio nei paesi dell’Est Europa) altrove il trattamento costa di meno, ma la qualità non è affatto assicurata. Il gioco, insomma, non vale affatto la candela, anche perché il trattamento va ripetuto ogni due o tre mesi.